Cumulo pensione e reddito da lavoro: le novità 2025
Cumulo pensione e reddito da lavoro le novità 2024

Cumulo pensione e reddito da lavoro: le novità 2025

Si può lavorare dopo la pensione? La risposta a questa domanda è generalmente sì, qualsiasi siano le ragioni per cui un pensionato decida di proseguire nelle attività lavorative: passione per la propria professione, desiderio di mantenersi attivi fisicamente e/o intellettualmente o necessità economiche. 

Tuttavia, esistono dei casi in cui la possibilità di cumulo tra pensione e reddito da lavoro non è legalmente consentita.

In questo articolo vedremo cos’è e come funziona il cumulo di reddito da lavoro, per poi analizzare i casi in cui questa opportunità non è possibile.

Infine, scopriremo in che modo l’adesione a un fondo pensione negoziale può consentire ai pensionati di fare scelte finanziariamente più serene circa la possibilità di proseguire o avviare un’attività lavorativa in età avanzata.

Cos’è il cumulo di reddito da lavoro?

L’art. 19 del decreto legge 112/2008 ha disposto l’abolizione totale del divieto di cumulo tra pensione e redditi da lavoro autonomo e dipendente.

Considerando la pensione di vecchiaia e anticipata, la normativa italiana prevede la totale cumulabilità con i redditi di lavoro autonomo e dipendente, sia nel caso in cui si tratti della pensione retributiva, sia nel caso si tratti della pensione contributiva o mista, cioè indipendentemente dal fatto che il lavoratore abbia iniziato a contribuire prima o dopo il 31 dicembre 1995 (data che ha sancito il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo).

I contributi versati nel periodo in cui il pensionato prosegue con una attività lavorativa possono generare il cosiddetto supplemento di pensione. In sostanza, trascorsi almeno 5 anni dalla decorrenza della pensione, la stessa viene incrementata sulla base degli ulteriori contributi versati nel quinquennio

Il limite si riduce a 2 anni in due casi specifici:

  • il pensionato abbia raggiunto l’età pensionabile prevista nella gestione in cui si chiede il supplemento;
  • in alternativa, i contributi versati dopo il pensionamento sono confluiti nella gestione separata.

Posto che è possibile continuare a lavorare dopo il pensionamento, occorre sapere che esistono alcune eccezioni e alcuni limiti legati alle modalità di accesso alla pensione.

Quando non si può cumulare pensione e redditi da lavoro

Vi sono alcuni casi di anticipo pensionistico per i quali il cumulo dei redditi da pensione e da lavoro è vietato

La Legge di Bilancio 2025, confermando alcuni degli anticipi pensionistici disponibili ai lavoratori, ha imposto precisi limiti al cumulo per due specifiche previsioni:

  • Quota 104, 
  • APE Sociale, 

In questi due casi, infatti, la pensione non è cumulabile con i redditi derivanti da qualsiasi attività lavorativa, anche svolta all’estero, a eccezione di quelli percepiti per prestazioni di lavoro occasionale entro il limite di 5mila euro lordi annui

Il divieto, tuttavia, non è permanente, ma riguarda il solo periodo compreso tra la data di decorrenza della pensione e la data di maturazione del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, adeguato agli incrementi della speranza di vita, previsto nella gestione a carico della quale è stata liquidata la pensione. Nel 2025 l’età per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni, ad esempio.

Nel caso in cui si contravvenga al divieto di cumulo, l’INPS provvede a sospendere l’erogazione della pensione per il periodo in cui i redditi da lavoro sono stati prodotti, oltre all’eventuale recupero delle rate di pensione indebitamente corrisposte.

Per questo motivo, i titolari di pensione devono dare immediata comunicazione all’INPS dello svolgimento di qualsiasi attività lavorativa.

Pensione anticipata contributiva e previdenza complementare

La Legge di Bilancio 2025 ha poi introdotto un’importante novità per coloro che hanno scelto di aderire alla previdenza complementare e desiderano accedere alla pensione anticipata contributiva.

Dal 2025, infatti, queste soglie minime possono essere raggiunte computando anche il montante contributivo accumulato presso il proprio fondo pensione.

Inoltre, a chi accede alla pensione anticipata contributiva conteggiando anche il montante accumulato nei fondi pensione, viene imposto divieto di cumulo tra l’assegno pensionistico e i redditi da lavoro dipendente o autonomo (fatti salvi i redditi da lavoro autonomo occasionale entro i 5.000 euro lordi annui).

I requisiti necessari sono i seguenti: 

  • età anagrafica minima di 64 anni
  • almeno 25 anni di contribuzione (anziché i 20 normalmente previsti);
  • l’assenza di contribuzione antecedente al 1996, cioè devono essere lavoratori la cui pensione ricade esclusivamente sotto il calcolo contributivo;
  • un importo minimo della pensione pari a 3 volte l’assegno sociale, che per le lavoratrici con un figlio, invece, scende a 2,8 volte e per le lavoratrici con più figli, a 2,6 volte l’assegno sociale. 

Cumulo redditi e fondo pensione

Abbiamo detto in principio che le ragioni per cui una persona può decidere di proseguire o avviare un’attività lavorativa dopo il pensionamento possono essere svariate e sempre molto personali, perché legate a passioni e bisogni che differiscono da soggetto a soggetto.

Tuttavia, chi sceglie di aderire a un fondo pensione negoziale come Telemaco, preferibilmente fin dal primo impiego e dunque in giovane età, può contribuire a neutralizzare le motivazioni di mero carattere finanziario, lasciando spazio soltanto a quelle che potremmo definire “piacevoli”.

Aderire a una forma di previdenza complementare, infatti, consente la costruzione di una pensione integrativa che sostenga il reddito del pensionato nel delicato passaggio dal lavoro all’uscita dal mondo del lavoro.

Il sistema pensionistico obbligatorio del nostro Paese, infatti, sta affrontando una lunga fase di crisi dovuta al cosiddetto “inverno demografico”, causato dal crollo delle nascite, e al contestuale aumento della speranza di vita. Una situazione in cui il rapporto tra lavoratori e pensionati sta diventando insostenibile, con la conseguenza che si susseguono riforme che innalzano l’età pensionabile e riducono l’importo dell’assegno pensionistico in rapporto all’ultimo stipendio percepito (cosiddetto tasso di sostituzione).

Ecco che, grazie all’adesione a un fondo pensione negoziale come Telemaco, è possibile limitare o addirittura azzerare la necessità di produrre reddito da lavoro in età avanzata nel caso in cui la pensione pubblica non sia sufficiente a far fronte alle esigenze finanziarie personali e familiari.

Leggi anche il nostro articolo Quali valutazioni fare prima di aderire a un fondo pensione.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari – prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’, della Nota informativa. 

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