Qual è la differenza tra correlazione e causalità negli investimenti?
differenza tra correlazione e causalita negli investimenti

Qual è la differenza tra correlazione e causalità negli investimenti?

L’aumento delle temperature fa impennare le vendite di gelati. Ma è vero anche il contrario? Questa semplice domanda introduce due concetti fondamentali, correlazione e causalità, la cui comprensione è cruciale nelle proprie valutazioni finanziarie, ad esempio in quelle relative alla composizione di un portafoglio di investimenti.

In questo articolo definiremo con chiarezza la differenza tra i due termini, attraverso esempi tratti sia dal mondo della finanza che dalla vita di tutti i giorni, così da renderli ancora più chiari e concreti. Analizzeremo poi i rischi in cui incorre un investitore che li confonde e forniremo spunti pratici per evitare i più comuni passi falsi.

Infine, sottolineeremo perché questa distinzione rappresenta un principio guida per tutti gli investitori professionali, compresi i fondi pensione negoziali.

Cos’è la correlazione?

In finanza, la correlazione misura come due variabili si muovono l’una rispetto all’altra. Può essere positiva, negativa o nulla e si esprime con un coefficiente compreso tra -1 e +1, dove:

  • +1 indica una correlazione positiva perfetta (se le variabili si muovono nella stessa direzione);
  • -1 indica una correlazione negativa perfetta (se esse si muovono in direzioni opposte);
  • 0 indica l’assenza di una relazione lineare.

La correlazione emerge dall’analisi di tendenze comuni tra due serie di dati. Ad esempio, se i prezzi di due azioni salgono e scendono insieme, sono positivamente correlate; se si muovono in direzioni opposte, la correlazione è negativa.

Fuori dal mondo finanziario, un esempio classico per capire questo concetto è il legame tra l’aumento delle temperature e le vendite di gelati a cui abbiamo fatto riferimento all’inizio dell’articolo. Sebbene esista una chiara correlazione positiva tra i due fenomeni, è evidente che non è il consumo di gelati a far salire la temperatura.

Trasponendo il concetto in ambito finanziario, si possono osservare tre scenari principali:

  • Correlazione positiva: il prezzo delle azioni di due società dello stesso settore, come quelle petrolifere, tende a muoversi in modo simile in risposta alle variazioni del prezzo del greggio.
  • Correlazione negativa: storicamente, l’oro e l’indice azionario S&P 500 mostrano una correlazione negativa: durante le crisi di mercato, il primo tende a salire mentre il secondo scende.
  • Nessuna correlazione: l’andamento del prezzo di una materia prima come il succo d’arancia e quello delle azioni di una società tecnologica sono tipicamente non correlati.

Comprendere il concetto di correlazione è quindi fondamentale per diversificare un portafoglio e mitigarne il rischio. Tuttavia, è cruciale ricordare sempre la sua principale limitazione: una correlazione non implica mai, di per sé, un rapporto di causa-effetto.

Cos’è la causalità?

La causalità descrive una relazione diretta di causa-effetto, in cui un evento (la causa) ne genera un altro (l’effetto). Identificare questo legame è fondamentale per prendere decisioni consapevoli, sia nella finanza che nella vita di tutti i giorni.

A differenza della correlazione, la causalità non è una semplice tendenza ma un nesso dimostrabile, che richiede analisi approfondite, esperimenti o prove logiche per essere confermato. Un esempio intuitivo è l’accensione di un interruttore: l’azione (causa) provoca direttamente l’illuminazione della stanza (effetto).

In ambito finanziario, un chiaro esempio è l’impatto di un rialzo dei tassi d’interesse, deciso da una Banca Centrale, sul prezzo delle obbligazioni. L’aumento dei tassi (causa) rende le obbligazioni di nuova emissione più redditizie, diminuendo l’attrattiva di quelle esistenti con tassi più bassi. Di conseguenza, il prezzo di queste ultime deve scendere (effetto) per rimanere competitivo sul mercato.

Saper riconoscere una vera relazione causale, distinguendola da una semplice correlazione, protegge l’investitore da errori di interpretazione e da scelte finanziarie errate.

Correlazione non significa causalità: i rischi della confusione dei due concetti

Confondere correlazione e causalità è un errore che porta a conclusioni fallaci, specialmente in finanza. Due variabili possono apparire collegate per pura coincidenza o perché entrambe influenzate da un terzo fattore non immediatamente evidente.

Di fronte a grafici che mostrano forti correlazioni, un investitore può essere indotto a dedurre un rapporto di causa-effetto inesistente. Ad esempio, se il prezzo del rame e quello di un’azione tecnologica crescono simultaneamente per mesi, non significa che uno influenzi l’altro. È più probabile che entrambi stiano rispondendo positivamente a un fattore comune, come una fase di espansione dell’economia globale.

Sovrainterpretare una correlazione porta quindi a costruire strategie di investimento deboli e rischiose. Comprendere la distinzione tra i due concetti è essenziale per evitare costosi errori di valutazione e non cadere vittima di trappole statistiche.

Esempi pratici ed errori da evitare negli investimenti

Un errore classico è basare una strategia di investimento su una correlazione storica, assumendo che rimanga stabile nel tempo. Ad esempio, la correlazione tra le vendite di smartphone e le azioni di un produttore di semiconduttori può essere forte per un periodo, ma può indebolirsi se i chip trovano sbocchi in altri settori o se la domanda di smartphone si satura.

Molti strumenti quantitativi si basano su queste misurazioni, ma affidarsi unicamente ad esse è rischioso, poiché i legami storici possono spezzarsi improvvisamente. Prendiamo come esempio il mercato immobiliare: solitamente, bassi tassi di interesse stimolano la domanda e i prezzi. Tuttavia, fattori come la crescita demografica o nuove politiche abitative possono sostenere il mercato anche con tassi in rialzo, invalidando la correlazione.

Affidarsi a una correlazione senza comprenderne la logica sottostante può quindi portare a perdite rilevanti. Quando si investe, non è sufficiente osservare i dati: è indispensabile indagare le fondamenta economiche che giustificano la dinamica osservata. Solo questo approccio critico permette di evitare decisioni irrazionali e gestire il rischio in modo efficace.

L’importanza di distinguere per investire consapevolmente

In conclusione, correlazione e causalità sono concetti fondamentali ma distinti, e la loro confusione può portare a gravi errori di investimento. La correlazione segnala una semplice relazione statistica tra due variabili; la causalità, invece, stabilisce che una influenza direttamente l’altra.

Investire con consapevolezza significa andare oltre l’osservazione dei dati e analizzare in modo attento e critico le dinamiche sottostanti. Gli investitori professionali, come i fondi pensione, non si limitano infatti a seguire una tendenza, ma ne ricercano le cause economiche, con l’obiettivo – nel caso dei fondi pensione – di supportare gli aderenti nella costruzione di una pensione integrativa rispetto a quella pubblica, facendo crescere i risparmi accumulati in funzione della linea di investimento scelta.

Questa disciplina analitica è essenziale per costruire portafogli robusti ed efficienti, riducendo il rischio di perdite significative e aumentando la capacità di resistere ai cambiamenti improvvisi dei mercati.

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