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Esenzione fiscale dei rendimenti dei fondi pensione

Esenzione fiscale dei rendimenti dei fondi pensione

Esenzione fiscale dei rendimenti dei fondi pensione

Un trattamento fiscale di favore sul fronte degli investimenti è sicuramente uno dei fattori che rende più appetibile una forma di impiego del risparmio rispetto a un’altra, ed è su questo solco che si inseriscono le proposte allo studio di esenzione fiscale parziale o totale dei rendimenti dei fondi pensione, come spinta aggiuntiva all’allargamento della platea degli aderenti in Italia.

In questo articolo vedremo qual è l’attuale trattamento fiscale dei rendimenti dei fondi pensione, anche in rapporto alla tassazione applicata alle altre forme di investimento. Dopodiché, vedremo quali sono le proposte sul tavolo del Governo, dal passaggio dell’applicazione delle imposte con il principio di competenza a quello di cassa, fino a giungere a una esenzione parziale o addirittura totale degli stessi.

Infine, andremo a elencare le altre importanti agevolazioni fiscali già disponibili per gli aderenti alle forme di previdenza complementare, inclusi i fondi pensione.

Tassazione dei rendimenti e proposte di esenzione

Attualmente, i rendimenti derivanti dai capitali investiti nei fondi pensione godono di un trattamento fiscale di favore rispetto a qualsiasi altra forma di impiego del risparmio.

Nel dettaglio, gli aderenti possono contare su aliquote pari al:

  • 12,5% sui rendimenti da Titoli di Stato italiani: ricordiamo che si tratta di una tassazione di favore generalizzata e valida per qualsiasi investitore;
  • 20% sui rendimenti di tutte le altre forme di investimento che formano i portafogli dei fondi pensione.

In particolare, quest’ultima aliquota riguarda i soli rendimenti dei fondi pensione, più favorevole rispetto al 26% che si applica alla maggior parte delle forme di risparmio finanziario. 

Dunque, a oggi è già previsto un interessante vantaggio fiscale per chi sceglie la previdenza complementare per i propri risparmi.

Tuttavia, per incrementare l’attrattività di questa fondamentale scelta di investimento, che diventa sempre più centrale per la vita di tutti i futuri pensionati, sono allo studio nuove forme di agevolazione fiscale degli investimenti, con esenzione parziale o addirittura totale dalla tassazione per i rendimenti.

Le proposte sul tavolo oggi, che approfondiremo di seguito, sono tre.

1. Dal principio di competenza al principio di cassa

In questo caso l’agevolazione è di tipo tecnico, dal momento che l’aliquota di favore resterebbe invariata, ma si otterrebbe uno spostamento del momento di applicazione delle imposte.

Con il principio di competenza le imposte vengono applicate e versate al momento della maturazione del rendimento. Se, invece, si passasse al principio di cassa, l’applicazione delle imposte avverrebbe nel momento in cui si riscuote effettivamente il rendimento maturato, dunque l’imposizione fiscale verrebbe posticipata.

2. Riduzione dell’aliquota

Abbiamo detto che, a oggi, l’aliquota è pari al 20%, contro il 26% applicato alle altre forme di investimento. La proposta è quella di ridurre ulteriormente l’aliquota, lasciando dunque nelle disponibilità degli aderenti al fondo pensione una quota più consistente dei rendimenti maturati.

3. Esenzione totale dei rendimenti del fondo pensione

La terza proposta è quella attualmente ritenuta meno praticabile, per questioni legate alle coperture necessarie per il minor gettito che ne deriverebbe.

Tuttavia resta in campo la proposta di “premiare” chi sceglie di aderire a un fondo pensione, esentandolo totalmente dal pagamento delle imposte sui rendimenti accumulati.

Viste le tre ipotesi in campo, occorrerà attendere la prossima Legge di Bilancio, che verrà varata in autunno, per sapere quale di esse vedrà la luce.

Agevolazioni fiscali per chi aderisce al fondo pensione

Oltre alla tassazione di favore presente e futura sui rendimenti, ricordiamo le altre due importanti agevolazioni fiscali previste per gli iscritti ai fondi pensione.

1. Deduzione fiscale dei contributi 

I contributi versati possono essere dedotti annualmente dal reddito imponibile fino al limite massimo di 5.164,57 euro. Tale importo comprende l’eventuale contributo del datore di lavoro; è esclusa dalla deduzione, invece, la quota del TFR. È inoltre possibile dedurre anche i contributi versati per i familiari a carico, fermo restando l’importo complessivo sopra riportato; la deduzione spetta per l’ammontare non dedotto dalle persone a carico.

I versamenti al fondo vanno dunque ad abbattere il reddito su cui si determina l’IRPEF, generando di fatto una minore imposta da versare e dunque un risparmio fiscale mensile o annuale, a seconda che la deduzione si applichi in busta o in dichiarazione.

Approfondisci questo tema con la nostra guida Cosa sapere sulla deduzione fiscale dei fondi pensione

2. Tassazione agevolata delle prestazioni

Quando l’aderente matura i requisiti per il pensionamento con la previdenza obbligatoria, può fare richiesta anche della pensione integrativa determinata in base al montante accumulato nel fondo pensione.

Il capitale e/o la rendita che vanno a costituire la pensione integrativa, al netto degli importi già tassati e/o esenti, subiscono una ritenuta d’imposta determinata applicando un’aliquota del 15% (ricordiamo che l’aliquota IRPEF più bassa è pari al 23%), che si riduce dello 0,30% per ogni anno di permanenza nel Fondo oltre il quindicesimo fino giungere a un minimo del 9%.

Su questo tema leggi anche il nostro articolo Come funziona la tassazione dei fondi pensione.

In sintesi, il legislatore ha ben presente l’importanza che la previdenza complementare in generale, e i fondi pensione in particolare, rappresentano per il sistema pensionistico del nostro Paese, e per questo motivo riconosce una serie di agevolazioni fiscali per questa particolare forma di impiego del risparmio. 

In virtù di questo riconoscimento e della necessità di allargare ulteriormente la platea degli aderenti, in modo da tutelare il maggior numero di lavoratori possibile, appare plausibile che si vada in direzione di un ampliamento delle agevolazioni, a partire proprio dai rendimenti.

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