Che cosa si intende per “flight to quality”?
Che cosa si intende per fly to quality

Che cosa si intende per “flight to quality”?

Con l’espressione “flight to quality”, o “fuga verso la qualità”, si descrive un tipico fenomeno dei mercati finanziari che si manifesta durante periodi di forte incertezza o crisi economica

In queste fasi, spinti dal timore di subire perdite, gli investitori tendono a liquidare gli asset considerati più rischiosi – come le azioni di società meno solide o le obbligazioni a basso rating – per rifugiarsi in strumenti finanziari percepiti come più sicuri, quali i titoli di Stato di Paesi economicamente stabili o l’oro.

In questo articolo esploreremo il fenomeno, analizzandone innanzitutto le radici sia emotive che razionali, per poi osservare cosa accade concretamente durante le turbolenze di mercato. Vedremo inoltre come il “flight to quality” si sia manifestato in alcune delle principali crisi economiche degli ultimi vent’anni.

Infine, ci concentreremo sull’aspetto più strategico di questa selezione di strumenti “di qualità”, mettendolo in relazione con la costruzione dei portafogli dei fondi pensione italiani, il cui mandato primario è proprio la tutela del risparmio previdenziale degli aderenti.

Che cosa significa “flight to quality” in ambito finanziario?

Il “flight to quality” si configura come un comportamento collettivo, scaturito dalla necessità di proteggere il capitale quando le prospettive economiche si fanno incerte e il rischio di perdite aumenta. La “qualità” evocata in questo contesto va oltre la semplice solidità finanziaria dell’emittente, per comprendere anche la capacità degli strumenti finanziari di preservare il proprio valore e garantire liquidità persino nelle fasi di mercato più avverse.

Si tratta, dunque, di una reazione che ha una duplice natura, emotiva e razionale. È emotiva perché alimentata dalla paura e dall’avversione al rischio, ma al contempo razionale, poiché mira a minimizzare la probabilità di perdite. Gli effetti di questo fenomeno sui mercati sono significativi: i prezzi degli asset percepiti come rischiosi subiscono una rapida flessione, mentre quelli degli strumenti considerati sicuri aumentano in risposta alla crescente domanda.

Questa dinamica può inoltre innescare una stretta del credito, per cui le aziende e i governi ritenuti meno affidabili incontrano maggiori difficoltà nel reperire capitali, con inevitabili ripercussioni sull’economia reale. A questo fenomeno si affianca spesso il cosiddetto “flight to liquidity”, ovvero la tendenza a privilegiare non solo titoli sicuri, ma anche facilmente negoziabili (liquidi), come le obbligazioni a breve scadenza emesse dai governi più solidi.

In definitiva, il “flight to quality” rappresenta il riflesso della ricerca di sicurezza e stabilità durante le tempeste finanziarie.

Cosa succede durante le turbolenze dei mercati?

Nelle fasi di turbolenza dei mercati, eventi inattesi come crisi finanziarie, conflitti bellici o crolli improvvisi delle borse possono generare un’ondata di panico tra gli investitori. In tali contesti, la fiducia vacilla e, per molti, la priorità si sposta dalla ricerca di rendimenti alla preservazione del capitale investito.

Il panico si traduce in vendite massicce degli strumenti finanziari percepiti come più vulnerabili, quali le azioni di società di minori dimensioni o con un elevato indebitamento, le obbligazioni societarie a basso rating o i titoli dei Paesi emergenti. Questi asset sono, infatti, maggiormente esposti al rischio di perdite in caso di deterioramento dello scenario economico. Nel timore di subire pesanti ribassi, gli investitori cercano di liquidarli rapidamente, talvolta accettando di vendere a un prezzo inferiore a quello di acquisto e consolidando così una perdita effettiva.

Parallelamente, la domanda si concentra sui cosiddetti “beni rifugio” (safe-haven assets), cioè strumenti che storicamente hanno dimostrato di conservare valore anche nelle fasi più critiche. Tra questi figurano i titoli di Stato di Paesi economicamente solidi (come i Bund tedeschi, i Treasury statunitensi, i BTP italiani), l’oro e altri metalli preziosi. La loro affidabilità si fonda su economie stabili, un rischio di insolvenza quasi nullo e, spesso, un’elevata liquidità.

Questo comportamento collettivo genera effetti visibili: i prezzi degli asset rischiosi crollano, mentre quelli degli strumenti sicuri si apprezzano per effetto della crescente domanda. Al contempo, la liquidità generale dei mercati può ridursi, rendendo ancora più complesso vendere posizioni rischiose senza subire ulteriori perdite.

Le turbolenze di mercato costituiscono dunque il contesto ideale per il “flight to quality”, che agisce come un “riflesso di autodifesa” per gli investitori. Tuttavia, questo stesso meccanismo può aggravare le crisi: la corsa alla vendita di determinati asset ne deprime ulteriormente i prezzi, alimentando il panico e innescando una pericolosa spirale negativa.

Il “flight to quality” nella pratica: come si manifesta sui mercati

Il “flight to quality” si traduce sui mercati in rapidi e spesso intensi trasferimenti di capitale dagli asset considerati più “rischiosi” verso quelli percepiti come più “sicuri”. Questa dinamica comporta, da un lato, vendite massicce di azioni e obbligazioni ad alto rischio, i cui prezzi flettono bruscamente a prescindere da notizie specifiche sui singoli emittenti, poiché gli investitori mirano a ridurre l’esposizione complessiva del loro portafoglio.

Dall’altro lato, si assiste a un parallelo aumento della domanda per i titoli percepiti come sicuri. Di conseguenza, le loro quotazioni salgono e i rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi più affidabili o delle obbligazioni societarie con rating elevato tendono a diminuire. Anche l’oro si apprezza, confermando il suo tradizionale ruolo di bene rifugio. Un’ulteriore conseguenza è la contrazione della liquidità nei segmenti di mercato più rischiosi, poiché vendere senza subire perdite significative diventa più complesso.

La storia finanziaria recente offre diversi esempi concreti di tali movimenti

  • durante la crisi del 2008, gli investitori liquidarono azioni e obbligazioni corporate per acquistare Treasury statunitensi e oro;
  • nella crisi del debito sovrano europeo del 2011, si registrarono vendite di titoli di Stato dei Paesi percepiti come più fragili a favore dei Bund tedeschi; 
  • più di recente, lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha innescato una forte domanda di titoli governativi e metalli preziosi, a scapito di azioni e obbligazioni ad alto rendimento. 

Tali spostamenti di capitale sono quasi sempre accompagnati da un’accentuata volatilità e da una generale riduzione della propensione al rischio.

Il “flight to quality” e la strategia dei fondi pensione

I fondi pensione rappresentano una categoria di investitori per cui la gestione del rischio costituisce un elemento fondamentale. Il loro mandato primario, infatti, è far crescere nel tempo i risparmi previdenziali degli aderenti, offrendo al tempo stesso il massimo grado di tutela dell’investimento. 

Per questa ragione, possiamo dire che la logica del “flight to quality”, intesa come scelta di strumenti dalla comprovata qualità, sia intrinseca alla loro strategia di investimento.

La normativa italiana sulla previdenza complementare impone infatti rigidi criteri di prudenza e diversificazione, che obbligano i fondi a limitare fortemente l’esposizione a strumenti rischiosi e a privilegiare asset di elevata qualità, come titoli di Stato e obbligazioni di emittenti solidi. Ciò significa che, anche in condizioni di mercato stabili, il portafoglio di un fondo pensione è già strutturato per essere resiliente.

Nelle fasi di turbolenza, i gestori finanziari mantengono la flessibilità di modificare la composizione del portafoglio, incrementando ulteriormente la quota di asset sicuri qualora sia necessario. Tuttavia, l’orientamento alla qualità è un presupposto strategico e non una semplice reazione contingente, poiché per mandato tali soggetti non possono investire in titoli altamente speculativi.

Questo approccio offre un elevato grado di tutela agli iscritti di fronte alle oscillazioni più violente dei mercati e permette di affrontare le crisi con maggiore stabilità

In sintesi, per i fondi pensione il “flight to quality” non è una reazione alle crisi, ma un principio guida che determina le scelte di investimento fin dal principio, con l’obiettivo ultimo di tutelare il futuro finanziario degli aderenti.

Conclusioni: proteggere il proprio futuro finanziario

Il “flight to quality” si conferma dunque una delle dinamiche fondamentali e ricorrenti dei mercati finanziari, specialmente nelle fasi di crisi. Comprenderne i meccanismi è pertanto essenziale per chiunque intenda pianificare il futuro con consapevolezza.

Per l’investitore meno avvezzo alle tematiche finanziarie, emerge un insegnamento cardine: il principio della tutela del capitale assume un valore imprescindibile, in particolare quando l’orizzonte temporale dell’investimento è lungo, come nel caso della previdenza complementare. L’affidamento a strumenti finanziari di qualità, un’accurata diversificazione del portafoglio e la preferenza per asset “solidi” si rivela cruciale per superare anche le più violente tempeste dei mercati.

I fondi pensione, in virtù del loro approccio prudenziale e del quadro normativo che li disciplina, incarnano un modello virtuoso di gestione del rischio. La loro costante attenzione alla qualità degli investimenti offre infatti agli aderenti un maggiore resilienza di fronte alle crisi e alle incertezze future.

Insomma, in tale contesto il “flight to quality” trascende la semplice reazione emotiva per configurarsi come una scelta strategica e razionale, che consente di affrontare le sfide dei mercati con maggiore serenità.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari – prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’, della Nota informativa.

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