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Contributo del lavoratore al fondo pensione: come funziona

Contributo del lavoratore al fondo pensione: come funziona

Contributo del lavoratore al fondo pensione: come funziona

Chi aderisce a un fondo pensione ha la facoltà di attivare un contributo aggiuntivo volontario, da affiancare al versamento del TFR, che consente di incrementare nel lungo termine il montante accumulato e di costruirsi una pensione integrativa futura più consistente.

In questo articolo vedremo nel dettaglio cos’è il contributo del lavoratore al fondo pensione e quali sono gli importanti benefici derivanti dalla sua attivazione, da quello previdenziale a quello fiscale, passando per l’accesso al contributo a carico del datore di lavoro.

Infine, scopriremo a quanto ammontano i contributi del lavoratore e del datore di lavoro per gli aderenti al Fondo Telemaco e in che modo procedere con l’attivazione degli stessi.

Cos’è il contributo del lavoratore al fondo pensione?

Un lavoratore dipendente che ha aderito a un fondo pensione destinandovi il proprio TFR, sia con adesione esplicita che con adesione tacita, può decidere di incrementare la propria posizione individuale, cioè il capitale che va via via accumulando nel tempo (comprensivo dei rendimenti e al netto di imposte e costi di gestione), attraverso un contributo a suo carico.

Si tratta di versamenti mensili, erogati attraverso la trattenuta in busta paga di una percentuale della propria retribuzione, che viene poi versata dall’azienda al fondo pensione, unitamente al TFR e, come vedremo, anche al contributo a carico dell’azienda stessa.

Perché attivare il contributo a carico del lavoratore?

Sono tre le ragioni fondamentali per scegliere di attivare il contributo del lavoratore. Vediamole nel dettaglio.

1. Un progetto di pensione integrativa più solido

Quello della pensione integrativa è un progetto di risparmio molto importante, perché riguarda il futuro del lavoratore in una fase della vita cruciale e delicata in cui contare su un adeguato tenore di vita può fare la differenza.

Ecco perché integrare il versamento del TFR al fondo pensione con un contributo a carico del lavoratore consente di alimentare, in maniera costante e più consistente, questo progetto di vita.

Leggi anche il nostro approfondimento I vantaggi del conferimento del TFR al fondo pensione 

2. Contributo a carico del datore di lavoro

C’è poi un vantaggio nell’attivazione del contributo a carico del lavoratore, riservato ai soli aderenti a fondi pensione negoziali come Telemaco

Ci riferiamo al contributo aggiuntivo a carico del datore di lavoro, un beneficio molto importante che, nel caso di Fondo Telemaco, è pari all’1,4% della retribuzione lorda del lavoratore. 

Si tratta di un contributo finanziariamente a carico dell’azienda, dunque non trattenuto dalla busta paga, che va a incrementare la posizione individuale dell’aderente senza alcun aggravio per il lavoratore.

Anche questo contributo, dunque, rientra nel più ampio progetto di ampliare il capitale che andrà poi a costituire la pensione integrativa futura

Insomma, attivare il proprio contributo volontario provoca una reazione a catena molto positiva sulla propria posizione individuale.

Leggi anche il nostro approfondimento Quanto versa il datore di lavoro sul fondo pensione?

3. Deduzione fiscale dei contributi

Il contributo volontario permette di accedere a un beneficio immediato, riconosciuto in busta paga: la deduzione fiscale degli importi versati fino a un valore massimo di  5.164,57 euro. 

Questa agevolazione consente di abbattere il reddito imponibile su cui si determinano le imposte in modo da ridurre l’importo dell’IRPEF da versare all’erario.

Leggi anche il nostro approfondimento Cosa sapere sulla deduzione fiscale dei fondi pensione

Come attivare il contributo del lavoratore con il Fondo Telemaco

Veniamo all’aspetto pratico dell’attivazione dei contributi, sia quello volontario del lavoratore sia il conseguente e obbligatorio versamento del datore di lavoro. 

Come funziona per gli aderenti al Fondo Telemaco?

Innanzitutto, occorre sapere che, sulla base degli accordi collettivi, il contributo facoltativo al Fondo Telemaco deve essere calcolato nella misura minima dell’1% della propria retribuzione, aliquota che può essere innalzata per espressa volontà del lavoratore per multipli di 0,50 punti (ad esempio 1,50%, 2,00%, 2,50%, ecc.).

Il contributo del datore di lavoro, come anticipato, è invece fissato nella misura dell’1,4% della retribuzione.

Per avviare questa tipologia di versamento, che va a sommarsi al TFR, il lavoratore deve compilare e consegnare il modulo di Attivazione della contribuzione del lavoratore e del datore di lavoro, con il quale esprimere la volontà di versare il contributo minimo dell’1% oppure una quota maggiore.

Il modulo debitamente compilato e sottoscritto deve poi essere consegnato all’azienda, che a sua volta comunicherà la decisione del lavoratore al Fondo Telemaco, per poi procedere con la trattenuta in busta paga del contributo facoltativo e poi il versamento al Fondo di TFR, contributo volontario del lavoratore e contributo aggiuntivo del datore di lavoro.

Approfondisci alla nostra pagina dedicata a Contribuzione e costi.

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