Lavoratori in Cassa Integrazione (CIG): cosa succede al fondo pensione?
lavoratore in cassa integrazione che si pone domande sul proprio fondo pensione

Lavoratori in Cassa Integrazione (CIG): cosa succede al fondo pensione?

La cassa integrazione è una condizione lavorativa che ha un impatto diretto sulla vita e sui progetti personali, inclusi quelli che riguardano la previdenza.

In questo articolo, vedremo innanzitutto in cosa consiste la cassa integrazione e quale sia il legame tra questo ammortizzatore sociale e il progetto previdenziale portato avanti da un lavoratore aderente a un fondo pensione negoziale come Telemaco.

Successivamente, illustreremo le tre opzioni a disposizione di un iscritto in caso di cassa integrazione, analizzandone le implicazioni dal punto di vista finanziario, previdenziale e fiscale.

Infine, proporremo un quadro sinottico di queste opzioni per offrire una sintesi delle possibili scelte, evidenziando i vantaggi e gli svantaggi di ognuna.

Cassa Integrazione e Fondo Pensione: quale legame?

La Cassa Integrazione Guadagni (CIG) è uno strumento di tutela per i lavoratori che, a causa di crisi aziendali o riorganizzazioni, subiscono una riduzione o sospensione dell’orario di lavoro. In questi periodi, solitamente il reddito diminuisce, poiché si percepisce una somma integrativa erogata dallo Stato e/o dal datore di lavoro che, spesso, non corrisponde all’intero salario.

Cassa integrazione e fondo pensione

È importante capire cosa accade a un lavoratore iscritto a Fondo Telemaco, il fondo pensione negoziale delle lavoratrici e dei lavoratori delle Telecomunicazioni, quando è in CIG.

Sappiamo che il Fondo si alimenta attraverso diverse forme di contribuzione: il TFR, i contributi del lavoratore e i versamenti a carico del datore di lavoro, oltre agli eventuali versamenti volontari. Questi contributi vengono investiti per generare un capitale destinato alla pensione complementare.

Durante la CIG, è quindi naturale porsi alcune domande:

  • Cosa accade ai versamenti nel Fondo?
  • È possibile prelevare o riscattare parte o tutta la somma accumulata?
  • È meglio mantenere la posizione aperta o chiuderla?

In questo articolo risponderemo a queste domande, illustrando le opzioni disponibili per un aderente, i relativi vantaggi e svantaggi. È fondamentale valutarli attentamente, in base alla propria situazione personale e agli obiettivi a lungo termine, così da prendere decisioni consapevoli.

Le opzioni dell’aderente durante la CIG

Quando un lavoratore si trova in Cassa Integrazione Guadagni, il Fondo offre tre opzioni per gestire la propria posizione previdenziale, ognuna con caratteristiche, vantaggi e svantaggi specifici.

Opzione 1: restare iscritti (continuità)

La prima opzione è mantenere la propria posizione aperta, anche se i versamenti sono ridotti o sospesi a causa della CIG. Scegliere la continuità significa lasciare il capitale già accumulato nel Fondo, proseguendo con il progetto previdenziale a lungo termine.

I vantaggi di questa scelta sono diversi: si mantiene la continuità contributiva e il capitale investito continua a generare rendimenti. Inoltre, si ha la possibilità di riprendere i versamenti non appena la CIG termina, senza perdere l’effetto della capitalizzazione.

Opzione 2: riscatto del 50% (equilibrio)

La seconda opzione permette di riscattare immediatamente la metà del montante maturato nel Fondo. Questa scelta è utile nel caso in cui l’aderente abbia bisogno di liquidità in un momento di difficoltà economica, ma non comporta la chiusura della posizione previdenziale.

Per esercitare questa opzione, il lavoratore deve trovarsi in una situazione di sospensione del rapporto di lavoro per almeno 12 mesi, oppure essere in CIG a zero ore per un periodo non inferiore a un anno

Il vantaggio principale di questa soluzione è la disponibilità immediata di risorse finanziarie. Lo svantaggio è che l’importo della futura pensione complementare sarà ridotto.

Opzione 3: riscatto del 100% (chiusura)

La terza opzione consente di riscattare l’intera somma accumulata, chiudendo completamente la propria posizione previdenziale. Tuttavia, questa opzione è possibile solo in caso di licenziamento o mobilità successivi alla cassa integrazione, o in caso di CIG a zero ore per un periodo prolungato

La possibilità di riscatto totale è legata al superamento dei 48 mesi di inoccupazione, che include la cassa integrazione (ordinaria o straordinaria) seguita da licenziamento.

Il vantaggio immediato dell’ultima possibilità è il completo prelievo delle somme accumulate. Tuttavia, gli svantaggi sono significativi

  • si perde la possibilità di avere una pensione integrativa;
  • si subisce una tassazione più elevata: infatti l’aliquota, che sulla pensione complementare varia dal 15% al 9% a seconda degli anni di permanenza, sale al 23% sulla metà dell’importo riscattato.

In definitiva, la scelta tra rimanere iscritti, riscattare metà o riscattare tutto dipende dalla propria situazione finanziaria, dalle necessità di liquidità e dagli obiettivi previdenziali a lungo termine.

Cassa integrazione e tassazione del riscatto del fondo pensione

Quando un lavoratore si trova in cassa integrazione o perde il lavoro, inoltre, la decisione di riscattare il fondo pensione deve considerare attentamente anche un altro aspetto: quello fiscale

La tassazione del riscatto, infatti, varia in base all’importo prelevato:

  • Riscatto fino al 50% del montante: viene applicata un’aliquota agevolata del 15%. Tale aliquota si riduce dello 0,30% per ogni anno di permanenza nella previdenza complementare oltre il quindicesimo, fino a un’aliquota minima del 9%.
  • Riscatto oltre il 50% (fino al 100%): come anticipato nel paragrafo precedente, alla quota eccedente il 50% si applica un’aliquota più alta, pari al 23%.

In conclusione, la valutazione fiscale è un elemento cruciale che può influenzare in modo significativo l’importo netto che il lavoratore riceverà.

Per approfondire, rimandiamo al nostro schema di dettaglio sulla tassazione delle prestazioni.

Considerazioni finali: qual è la scelta migliore?

Per aiutare il lettore a comprendere meglio le tre opzioni disponibili durante la CIG, di seguito riportiamo una tabella comparativa delle tre opzioni e dei relativi vantaggi e svantaggi:

OpzioneDescrizioneVantaggiSvantaggi
Restare iscrittiPermette di mantenere la posizione apertaContinuità previdenzialeMantenimento dei rendimentiPossibilità di riprendere i versamentiContributi ridotti o sospesiNessuna liquidità immediata
Riscatto del 50%Permette di prelevare metà della somma accumulata nel FondoLiquidazione immediata di una parte del montanteMantenimento parziale della posizione nel FondoRiduzione futura dell’importo della pensione integrativa
Riscatto del 100%Permette di prelevare tutta la somma accumulata nel FondoLiquidazione immediata di tutto il montantePerdita definitiva della pensione integrativaTassazione più elevata

Per scegliere la soluzione migliore, è fondamentale valutare con attenzione la propria situazione economica, le necessità di liquidità immediate e gli obiettivi previdenziali a lungo termine.

Mantenere la continuità dei versamenti e della posizione nel Fondo è la soluzione più vantaggiosa per mantenere attivo il proprio progetto pensionistico. Se tuttavia le esigenze finanziarie rendono un prelievo indispensabile, il riscatto parziale del 50% può essere un compromesso utile, mentre il riscatto totale andrebbe considerato solo come ultima risorsa.

Per una valutazione personalizzata e approfondita, è sempre consigliabile contattare direttamente il team di Telemaco, così da ottenere indicazioni specifiche sulla propria posizione e prendere le decisioni più adatte.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari – prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’, della Nota informativa.

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