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Nel 2022 raggiunti i 9,2 milioni di iscritti ai fondi pensione

Nel 2022 raggiunti i 9,2 milioni di iscritti ai fondi pensione

Nel 2022 raggiunti i 9,2 milioni di iscritti ai fondi pensione

Con la relazione annuale 2022, la COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) ha fornito una panoramica sulle attività delle diverse forme di previdenza complementare presenti nel nostro Paese, inclusi i fondi pensione. 

Partiamo dall’analisi dei dati relativi agli iscritti, che, raggiungendo quota 9,2 milioni, registrano una crescita del 5,4% rispetto al 2021.

Vedremo, poi, qual è stato l’andamento delle risorse raccolte dai fondi pensione, dei versamenti a seconda delle differenti forme previdenziali e della contribuzione media annua.

Analizzeremo, poi, le performance dal punto di vista dei rendimenti, in un anno estremamente complesso come è stato il 2022, ma anche allargando lo sguardo a un orizzonte temporale più lungo, in coerenza agli obiettivi del risparmio previdenziale.

Infine, scopriremo in che modo, sul fronte dei costi, i fondi pensione negoziali si dimostrano essere sempre la scelta più conveniente per chi intende costruire una pensione integrativa a quella pubblica.

Relazione COVIP 2022: aumentano gli iscritti ai fondi pensione

La COVIP, con la sua Relazione annuale 2022 pubblicata a giugno, fornisce il quadro della previdenza complementare italiana

Al 31 dicembre 2022 i fondi pensione presenti in Italia sono 332, di cui:

  • 33 fondi negoziali;
  • 40 fondi aperti;
  • 68 piani individuali pensionistici (PIP);
  • 191 fondi preesistenti, ovvero quei fondi costituiti prima della riforma organica della previdenza complementare e che andranno a esaurimento, non essendo più possibile aderirvi.

Si tratta di una riduzione di 17 unità rispetto all’anno precedente, registrata in particolare tra PIP e fondi preesistenti, che per loro natura vanno a esaurirsi, mentre resta stabile il numero di fondi aperti e negoziali.

previdenza complementare italia 2022

Sul fronte delle adesioni alla previdenza complementare, il 2022 è stato un anno decisamente positivo: il totale degli iscritti ha infatti raggiunto quota 9,2 milioni, in crescita del 5,4% (considerando che nel 2021 la crescita si era attestata al 3,9%). 

Ancor più significativa la crescita dei fondi pensione negoziali, con un +9,9% rispetto al 2021

Gli iscritti si dividono come segue:

  • fondi negoziali: 3,5 milioni;
  • fondi aperti: 1,7 milioni;
  • PIP: 3,6 milioni;
  • fondi preesistenti: 0,6 milioni.

In rapporto alle forze di lavoro, la platea conta 25,127 milioni di persone nella media del 2022 (occupati e persone in cerca di occupazione con almeno 15 anni di età), con il tasso di partecipazione alla previdenza complementare che sale al 36,2% (contro il 34,7% del 2021).

Gli iscritti sono in prevalenza uomini (61,8%), quota che sale ulteriormente se si considerano i soli fondi negoziali (72,9%). Il 18,8% ha meno di 35 anni, mentre il 48,9% appartiene alla fascia di età centrale (35-54 anni) e il 32,3% ha almeno 55 anni.

iscritti ai fondi pensione

Risorse e prestazioni della previdenza complementare nel 2022

Le risorse accumulate in Italia a fine 2022 dalle forme di previdenza complementare ammontano a 205,6 miliardi di euro, in calo del 3,6% rispetto al 2021. Questo importo è pari al 10,8% del PIL del Paese e al 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.

La diminuzione delle risorse accumulate, pari a 7,6 miliardi di euro, è stata determinata da:

  • saldo negativo della gestione finanziaria per 14,6 miliardi di euro; 
  • flussi positivi per 7 miliardi di euro della gestione previdenziale.

Nel corso dell’anno sono stati versati dagli iscritti contributi per 18 miliardi di euro, con una crescita del 3,7%. In particolare, i contributi sono così suddivisi tra le diverse forme di previdenza complementare:

  • 6,1 miliardi ai fondi negoziali (+4,6%);
  • 2,8 miliardi ai fondi aperti (+7,8%);
  • 4,9 miliardi ai PIP (+2,4%);
  • 4,1 miliardi ai fondi preesistenti (+1,5%).

Se andiamo ad analizzare la contribuzione media per singolo iscritto, troviamo un apporto di 2.770 euro annui, sostanzialmente in linea con quella del 2021 (2.790 euro).

Per quanto concerne le prestazioni, nel 2022 le uscite per la gestione previdenziale ammontano a 11,2 miliardi di euro, nel dettaglio:

Rendimenti e costi: un 2022 complesso

Prima di illustrare i dati relativi ai rendimenti 2022, occorre fare una doverosa premessa. 

Il 2022 per i mercati finanziari è stato un anno che a dir poco complesso, in cui la concatenazioni di eventi eccezionali – crisi post pandemica, crisi energetica, guerra in Ucraina, interruzioni delle catene di approvvigionamento di materie prime, inflazione e conseguenti politiche monetarie restrittive con serrati aumenti dei tassi – hanno colpito gli investitori.

Queste conseguenze negative hanno riguardato anche i rendimenti della previdenza complementare, in tutti i comparti di investimento.

In particolare, le performance peggiori hanno riguardato i comparti azionari, che hanno registrato perdite in media pari a:

  • 11,7% nei fondi negoziali;
  • 12,5% nei fondi aperti;
  • 13,2% nei PIP.

Rendimenti medi negativi anche per i comparti bilanciati:

  • 10,5% nei fondi negoziali;
  • 11,5% nei fondi aperti;
  • 12,3% nei PIP.

Gli obbligazionari misti hanno invece perso il 10,3% nei fondi negoziali e il 7,6% nei fondi aperti, mentre gli obbligazionari puri hanno registrato perdite del 3,5% nei fondi negoziali e del 10,9% nei fondi aperti

I fondi negoziali mostrano quindi performance maggiormente resilienti in tutti i comparti, a eccezione degli obbligazionari misti.

A questo punto, però, occorre fare una seconda, importante puntualizzazione. Il 2022 è stato solo un anno fuori dal comune (nell’accezione negativa del termine), ma per fare le opportune valutazioni sulla previdenza complementare limitarsi a un solo anno di osservazione può essere quantomeno fuorviante

L’orizzonte temporale del risparmio previdenziale, infatti, deve sempre essere lungo e abbracciare almeno un decennio di osservazione per fare corrette considerazioni.

COVIP, consapevole dell’importanza del lungo periodo, offre infatti una vista sul decennio 2012-2022, ed ecco che in quest’ottica i rendimenti medi annui tornano al segno positivo:

  • le linee a maggiore contenuto azionario hanno performance positive che vanno tra il 4,7% e il 4,9%;
  • le linee obbligazionarie registrano rendimenti medi prossimi allo zero;
  • le linee bilanciate hanno rendimenti medi che vanno dall’1,7% dei PIP al 2,7% dei fondi negoziali e al 2,9% dei fondi aperti.

Nello stesso decennio di osservazione, invece, il tasso di rivalutazione medio annuo del TFR è stato pari al 2,4%.

iscritti ai fondi pensione

Passando ai costi, voce fondamentale per le scelte relative alla forma di previdenza complementare a cui aderire, COVIP rileva nel decennio 2012-2022 un Indicatore Sintetico dei Costi (ISC) pari allo 0,47% per i fondi negoziali. Dato che sale all’1,35% per i fondi pensione aperti e al 2,17% per i PIP.

iscritti ai fondi pensione

Ecco che, nuovamente, la resilienza dei fondi pensione negoziali come Telemaco mostra tutte le sue potenzialità, sebbene in una fase di grave crisi per i mercati finanziari. 

Ricordiamo, infatti, che i fondi negoziali sono istituiti senza scopo di lucro e operano nell’esclusivo interesse degli iscritti.

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